lunedì 12 aprile 2010

Bye bye Ubuntu...¡que viva Debian!

il perchè dell'addio all' "umanità per tutti"
Sempre di più, la Canonical con la sua politica ultra centralizzata e le uscite anti open di Mark Shuttlewort mi ha invogliato ad abbandonare quello che sta diventando il sistema gnu/linux più diffuso al mondo. Quella terribile equazione che sempre più si può ammirare nei titoli degli articoli meanstream, ma anche nei post degli utonti medi che pone un'uguaglianza deterministica tra Ubuntu e GNU/Linux, tanto da rendere completamente superfluo il secondo termine mi fa arricciare la pelle. Approfittando di alcune modifiche a livello software che non mi piaccono molto (per esempio il nuovo gestore di pacchetti che, con un po' di paura, avvicinerei addirittura all'applicazione windows per installare i programmi o il tema gtk pensato per allettare le industrie e invitarle ad abbandonare Mac) ho deciso di non aggiornare alla 10.04.
No, no.

Le alternative libere
Il che non vuol dire, però, che rinuncio ad ogni aggiornamento e mi gingillo con una vecchia distribuzione. Piuttosto significa che abbandono Ubuntu e provo ad installare "mamma" Debian!
Brr...brividi di piacere per questo salto di qualità. Una vera crescita informatica. Basta con i giochetti precompilati, avviva la shell. Ebbene, non è proprio così! Quasi quasi posso dirmi delusa dalla troppa facilità con cui è possibile installare debian! Non che poi neanche qualche anno fa fosse così difficile (devo dire che dopo una distrosa -in quanto carente di tutti i cd di installazione- Mandrake, nel lontano, 2005 avevo già installato una Debian di tutto rispetto, ma all'epoca non ero riuscita a configurarla come si deve ed avevo così deciso di abbandonarla per Ubuntu), ma mi aspettavo almeno qualche problemino. E invece no!

Debian: Stable, Testing, Unstable | netinst o installazionecd
Menomale che almeno l'installer non è tutto grafico, c'è un po' di blu e rosso, giusto per tirarsela un po'.
Quasi dimenticavo di dire, però, quale Debian ho installato e che tipo di installazione ho eseguito. La politica ubuntiana prevede dei rilasci a scadenze fisse (ogni sei mesi), se vogliamo installare l'umanità per tutti non ci poniamo il problema e scarichiamo il cd (o l'usb) dell'ultima versione uscita. Debian preferisce la serietà e l'affidabilità alla pressione di date fisse e rilascia la stable quando è pronta. Ovvero quando tutto è stato fixato e si può parlare di una distro, come dice il nome, davvero stabile. Una roccia su cui costruire server e a cui affidare i nostri dati. La controparte di questa solidità è però una qual certa obsoleità di alcuni pacchetti, che per essere stabili e sicuri, sono un po' vecchiotti. In realtà vanno benissimo per un uso normale, non ci accorgiamo davvero della differenza.
Sì, però io voglio thegimp 2.7, openoffice 3.2, emesene 1.6.3, awn 0.41 e così via...Beh, Debian ha pensato ad utenti come me, ed è disponibile una versione denominata testing, che non è ancora stable ma non è più unstable.
Unstable e experimental sono due versioni che se aggiorni potrebbe spegnertisi il pc (scherzo ma quasi, almeno non potrebbe più accendersi corretamente), che se non sono proprio rolling un po' si avvicinano. Lì abbiamo tutti i pacchetti all'ultimo grido che, da bravi giovincelli, sono un po' farfalloni e non assicurano la stabilità e la sicurezza dei vecchietti. Tra i due c'è quindi la via di mezzo (oh, aurea medietas!) ovvero la testing a cui ho accennato prima, non siamo ai livelli di stabilità della stable, ma possiamo godere di pacchetti più aggiornati, senza temere troppi scombussolamenti al comando apt-get upgrade. Come si è capito da questa parziale descrizione, io ho scelto di installare la testing. Che nel qual caso corrisponde (ancora per poco) a Squeeze (presto diventerà la nuova stabile). E direi, ottima scelta. Come dicevo, l'installazione è stata semplicissima (anche se effettivamente un po' più lunga di quella di Ubuntu, ma dal Koala in poi fa un po' paura la rapidità con la quale si incrosta al nostro hd). Eh, ma non solo Debian offre tre (quattro con la experimental) versioni diverse a seconda delle nostre esigenze, ma anche ci fornisce diverse possibilità di installazione. Molto brevemente abbiamo la netinstall e l'installazione da cd, da dvd e ancora altre di cui non parlerò. Devo dire che della netinstall avevo (in-giustamente?) paura: siccome non ho un cavo ethernet disponibile e dubitavo fortemente del riconoscimento immediato in fase di installazione della connessione wireless, ho deciso di accantonare questo metodo. Per la verità è un pochino più lungo di un'installazione da cd, ma si adatta meglio alle esigenze scaricando i pacchetti aggiornati e desiderati.

Il sistema fa le radici nel mio hd
L'install da cd va bene, ma ho scoperto che è comunque meglio disporre di un cavo ethernet per scaricare un po' più di roba utile.
Detto questo, io mi immaginavo che installando il sistema da cd, non mi installasse il desktop environement e toccasse a me pensarci (e tremavo un po' al pensiero di dover installare e configurare pure X). Ebbene, anche da un solo piccolo cd, gnome è li, bello e azzurro come un principe dal destriero bianco.
Mancano alcune comodità che su ubuntu sono installate direttamente, ma ho scoperto che se si installa da cd ma con connessione disponibile Debian ci installa tutto ciò di cui abbiamo bisogno (per dire io mi sono installata Synaptic che non c'era).
L'unico errore che ho fatto, è stato lasciare ad ubuntu una partizione enorme di 89 gb e rilegare Debian a soli 30 gb. Eppure il sistema appena installato ne occupa solo 2, quindi ho tutto lo spazio per film, musica, icone, wallpaper, brush di gimp etc.
Unica grande difficoltà con Debian sono stati i repository. E' un p
o' più complicato rispetto al fratellino sempliciotto avere una lista coerente e completa di repository, ai primi tentativi di installazione, apt-get install non voleva saperne di mettermi programmi banali come vlc, mplayer, macchanger,audacious e roba varia. Una pulizia e una miglior organizzazione sono bastate per poter installare tutto ciò di cui ho bisogno. Inutile dire che ora, dopo qualche settimana di utilizzazione, ho molto di più di quanto non mi serva. Uno gnome 2.30.2 in tutto il suo splendore.
E ubuntu resta in soffitta!
Su Debian apprezzo molto l'assenza di default del meccanismo sudo, ahi se sudo.
A mio parere le ultime versioni di ubuntu che forniscono una schermata
di login che presenta già il nome dell'utente diminuisce fortemente la sicurezza del sistema: occorre una sola password per avere accesso a tutti i diritti di root. Quando ubuntu era agli albori e qualcuno faceva osservare come l'utilizzazione di sudo minasse un po' la sicurezza, la risposta era che per loggarsi occorreva conoscere
1. il nome dell'utente
2. la password di quell'utente.
La combinazione era altrettanto sicura che accedere conoscendo già lo username di "root", dopodichè basta una password, se non di più. Beh ora, in un sol colpo possiamo accedere come utente ed ottenere i privilegi di root. Non mi sembra una gran bella cosa. Ma boh, mica sono un esperto di sicurezza informatica. Che poi se si ha accesso ai file del pc è piuttosto semplice cambiare la password, pure di root, senza conoscere la precedente.
Ma qui ci stiamo allontanando dal discorso iniziale. Tirandone le fila, posso dire che Debian Squeeze mi soddisfa in ogni mio desiderio e per ora non mi ha mai minimamente tradito!
Ah, dimenticavo, una ragione per la quale ho abbandonato alle sue sorti ubuntu è un immotivato e misterioso rallentamento della connessione...ho provato a formulare tutte le ipotesi, fino ad arrivare a chiedermi se non fosse un problema hardware della scheda. Ebbene dopo molto tempo passato con Debian posso categoricamente escludere questa ipotesi.
Quindi

¡Que viva Debian!


Nessun commento:

Posta un commento